È stato pubblicato il rapporto annuale sull’islamofobia in Europa come ogni anno. Lo abbiamo letto e tratto un sunto per i nostri associati e lettori, in più per chi volesse, può scaricare l’intero documento come promemoria:
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Pubblicato il rapporto annuale sull’Islamofobia in Europa dell’anno 2020; esso è stato redatto da Enes Bayrakli e Farid Hafez.

L’EIR (European Islamophobia Report) è stato compilato da oltre 37 scienziati, esperti, ed attivisti dei vari paesi europei.

Il rapporto ha posto una significante questione: il trasbordo dei crimini anti musulmani dal web, virtuale, alla realtà.

La pandemia, costante del 2020, ha visto un aumento del fattore “crimine” sul digitale, compresi gli atti violenti di islamofobia.

Da qualche tempo si inizia a pensare non più in termini di “fobia” per chi usa violenza contro i musulmani, ma con le nuove direttive europee si inizia a usare il termine più preciso di “odio anti musulmano”, identificando questa violenza come crimine d’odio specifico. In questo modo si possono iniziare a pensare soluzioni, rimedi e pene nello specifico, visto il trend in ascesa del fenomeno.

La compilazione del rapporto ha portato alla luce che fino ad oggi il crimine è stato preso sotto gamba, soprattutto dai media, che hanno cavalcato questo sentore solo ed esclusivamente per profitto. Esempio pratico fu quello accaduto anni fa in Italia con il quotidiano Libero che pubblicò l’indimenticabile frase che fece da apri “pista” alla pagina del giornale: “Bastardi Islamici”.

Non sono da meno, come riscontra il rapporto, le organizzazioni e i partiti politici, che in alcuni casi, come in Francia, dall’estrema sinistra all’estrema destra è cavalcato il sentimento anti musulmano o di discriminazione a proprio vantaggio in chiave di consenso elettorale.

Non a caso quest’anno è stato scelto come copertina del rapporto il presidente francese, che ha fatto di discriminazione e odio anti musulmano la sua battaglia politica come la legge emanata l’anno scorso sul controllo del mondo musulmano.

In tutta Europa i movimenti razzisti di estrema destra spingono con i social e con manifestazioni mirate verso questa direzione per creare instabilità e consenso, che spesso si tramuta in defezioni nelle verifiche elettorali.

Il rapporto contiene anche lo studio su tutti i paesi europei, con approfondimenti sugli stati dove l’islamofobia è risultata in crescita negli anni precedenti, come Francia, Germania, Austria e Belgio.

La prima sembra che vada nella direzione di un crimine di stato, dato le leggi emanate da Macron, con la relativa chiusura di molte moschee, centri islamici e organizzazioni umanitarie e il continuo e invadente controllo dei musulmani tramite scorribande poliziesche in case e luoghi da essi frequentati.

Crimini contro la libertà, giustificati da un controllo contro il terrorismo, ma in realtà tutto questo serve a creare consenso ed avere un nemico comune da combattere per nascondere gli insuccessi politici e sociali della politica francese.

Leggi e dibattici che fanno sentire, in Francia, il violento e l’odiatore giustificato nel compiere atti contro i musulmani.

In Germania invece, i crimini sono aumentati del 20% in un anno, spinti da una estrema destra che cerca di rialzare la testa e da alcuni politici sempre dell’area centro-conservatrice per attrarre consenso creando leggi come in Baviera, del ban-hajab.

Questo spinge chi odia e chi cerca riscatto facile, di perseguire questi crimini senza porsi il problema se sia giusto o no, e cercando il riscatto sociale-economico, una volta chiamato lotta di classe. I nuovi schiavi sono gli immigrati musulmani che sono diversi da noi nelle fattezze e nel modo di vivere. Per questo possono essere sfruttati, mal pagati e compiere lavori poco gratificanti e non avere diritti, perciò preferiti ai lavoratori tedeschi in alcuni settori di produzione.

Infatti in Germania si sta iniziando a verificare il concetto di noi e gli altri, che porta sempre ad avere una maggiore e pericolosa divisione e ghettizzazione delle persone.

L’Austria ha iniziato già a fine anno precedente, dopo l’attentato ricevuto, una lotta contro l’Islam politico, avvantaggiata dal governo di destra che anch’esso sfrutta le sue insicurezze e le sue mancanze, coprendole con stigmatizzazioni del diverso.

Sono stati fatti raid veri e propri in nome della libertà della società austriaca e contro l’islamizzazione verso moschee e associazioni anche umanitarie, colpendo figure chiavi musulmane che erano perni dell’integrazione. Tali atti violenti di stato, sono serviti ad avvalorare proposte di legge restrittive, tra cui il ban-hajab, revocato immediatamente dall’Alta Corte costituzionale, perché dichiarato anti costituzionale.

Anche in Belgio sono aumentati i crimini di odio anti musulmani, manifestati con attacchi a moschee e luoghi dove vi era la presenza di musulmani. Attacchi oltre che fisici anche fatti solo con rappresentazioni di graffiti e resti di animali, teste di maiale, nelle vicinanze di case di musulmani o centri islamici. I politici conservatori ci hanno messo del proprio introducendo una legge che vieta la macellazione sia islamica e sia ebraica. Legge annullata di recente.

Il Belgio ha anche incentivato il divieto di simbolismo religioso che ha colpito le donne musulmane a causa dell’hajab, come in Francia.

Nel nostro caso, l’Italia, scendiamo nello specifico.

Il rapporto compilato dalla sociologa Antonia Roberta Siino ha dimostrato che causa pandemia c’è stato un netto volgere l’attenzione verso altro da parte di tutti gli elementi che possono spingere ad un incremento dell’odio anti musulmano.

La questione politica di solito guida le focalizza l’attenzione nel nostro paese e i partiti politici influenzano questa attenzione. Normalmente le destre e i conservatori hanno sempre in primo piano il loro mantra contro l’immigrazione, secondo loro, a maggioranza musulmana, mentre le sinistre liberali usano la questione musulmana solo ed esclusivamente a vantaggio elettorale.

Nel 2020 la pandemia ha come narcotizzato determinati crimini, spostando tutta l’attenzione sul CoViD e tutto ciò che ne concerne.

I dati riportano circa 1119 crimini d’odio, però non suddivisi a seconda dell’oggetto in questione. Non si può avere con certezza ufficiale il numero effettivo di crimini di odio anti musulmano.

Il rapporto menziona l’Islam come seconda religione nel nostro Paese, dopo il Cristianesimo e l’Ateismo. I musulmani sono circa il 4,9% del totale.

Non vi sono leggi che vietano gli atti fondamentali del credo musulmano come la preghiera, la macellazione, la costruzione di minareti e moschee, la circoncisione e l’uso del velo se non per il niqab(copertura completa del viso). Questa è una legge dello stato che risale al 1975 nel periodo in cui l’Italia affrontava il terrorismo brigatista.

Legge “confermata” con decreti ad hoc inserendo il niqab, in alcune regioni, come Lombardia, Veneto e Friuli (regioni a trazione leghista), ma inutili, in quanto la legge nazionale già ne vietava l’uso.

Nel 2020 la questione migrazione/Islam è stata accantonata per far posto alla pandemia di CoViD. Secondo gli ultimi dati ISMU (Iniziative s Studi sulla Multietnicità), vi è un aumento di immigrazione di persone di fede Cristiana, pari allo 0,5% (2.9000.000), il 54% e una diminuzione di persone di fede musulmana pari a circa lo 0,5% (1.574.600), il 29%.

I dati reali sono l’opposto di come la politica e i media sovranisti/populisti, raccontano all’opinione pubblica.

La presenza musulmana di immigrati è così suddivisa: Marocco 449.000 unità, Albania 205.000 unità, Bangladesh 1380.000 unità, Pakistan 119.700 unità e Senegal 108.500 unità.

Il crimine che ha dato maggior rilievo negativo all’Italia in quest’anno e che ha polarizzato l’attenzione è stato quello contro Silvia Aisha Romano, che ha subito attacchi e minacce sia da gente comune e sia da testate giornalistiche come ilGiornale e Libero, non nuovi a questi tipi di crimini e da politici appartenenti alle destre.

Altri esempi di crimini d’odio di interesse, colpiscono anche non musulmani che aiutano musulmani, come quello accaduto al blogger Bienati che è stato minacciato e attaccato fisicamente a Milano perché aveva preso le difese di una delle comunità musulmane nel capoluogo lombardo.

Ma anche le donne hanno subito violenze e il caso più eclatante è stato quello di Assia Belhadj, che candidatasi alle elezioni nella sua regione, ha subito attacchi violenti, non difesi dal suo partito (una lista della sinistra), tanto da doversi escludere dalla tornata elettorale.

Il rapporto non porta discriminazioni, almeno evidenti e di risalto sulla discriminazione dell’uso del velo.

Nel mondo politico l’Islam è spesso usato per accaparrarsi sostegno elettorale facendo però una distinzione per non risultare “razzisti”: Islam buono e Islam cattivo. Da una parte quello terrorista, estremista e politico, dall’altra quello moderato e omologato con la società italiana. Esempio di questa distinzione è stata l’elezione delle liste dalla Lega del primo sindaco musulmano in Italia nella provincia veneziana: Moreno Marsetti. Ma anche la presenza in alcuni partiti politici di esponenti musulmani, ritenuti “moderati”.

I partiti in parlamento per la stragrande maggioranza hanno smesso di fare attacchi generici sui musulmani indirizzandoli su casi specifici, tranne uno in particolare che continua nella propaganda retorica dell’Islam tutto cattivo e da eliminare: Fratelli d’Italia, che come è noto si appoggia ai movimenti di estrema destra.

Nel report sono menzionati alcuni politici come Salvini, Berlusconi e la Meloni, compresi altri di minore importanza, come fautori e ispiratori dell’odio anti musulmano.

Il partito della Meloni si è spinto anche oltre, creando un apposito studio di una sua fondazione (Fondazione Farefuturo), che traccia un consultivo sull’islamizzazione in Italia e in Europa. In questo documento, molto politicizzato, vi sono delle specifiche pagine di Adolfo Urso, senatore di FdI, che afferma che lo studio è un calcolo dimostrativo di come l’Islam e l’islamizzazione sta avvenendo in Italia e in Europa. Lo stesso documento contiene pagine dell’ex psichiatra, Meluzzi, ora autoproclamato primate di una chiesa non riconosciuta, dove afferma che in Italia è in corso una sostituzione etnica con i musulmani. In generale lo studio, propaganda la sostituzione etnico religiosa in Italia dei Cristiani bianchi, con musulmani di altro colore.

In linea di massima il rapporto della professoressa Siino, in Italia, è sulla riga di tutti quelli in Europa, col fatto che la pandemia ha “narcotizzato” per un poco il 2020, ma in particolare si conclude positivamente, ammettendo che il nostro Paese è ancora aperto a nuove culture, anche se è ben presente, e non bisogna sottovalutare, l’aspetto estremista verso il diverso.

preidente: Raffaello Yazan Villani

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