Che cosa dire ormai di più su questa Italia ridotta a essere una borgata della provincia europea, specialmente quando si parla libertà d’informazione?

Siamo l’ultimo paese a leggere e a informarci, e il primo paese a essere definito “analfabeta funzionale”, secondo le ricerche europee, e i media, che dovrebbero cercare di aiutare a risolvere questo fatto, non fanno altro che accentuare questa sensazione.

Le testate giornalistiche in particolare, hanno intrapreso, da qualche anno ormai, questa lotta di cattiva informazione, che definirei medioevale, contro sempre qualcuno: a volte stranieri, a volte meridionali, a volte musulmani. Crociate che ormai non hanno senso di esistere, il medioevo, grazie a Dio è finito da un po’ di secoli.

Lascio andare la questione meridionale, lascio perdere quella sugli stranieri, ma qualche osservazione sulla religione presente in Italia da secoli e che ha oltre 2 milioni e mezzo di fedeli, tra cui più della metà, cittadini a tutti gli effetti di questa nazione, che vivono, lavorano, viaggiano e sopratutto pagano le tasse, non mi sento di stare in silenzio.

Queste testate giornalistiche, a volte mi sorge il dubbio sull’aggettivo, consapevoli che il lettore ormai, da una sbirciata velocissima solo al titolo di tutti gli articoli su cui basa il suo apprendimento, da qui il termine “analfabeta funzionale”, si adoperano a titolare frasi a effetto contro noi musulmani, contro le nostre usanze e stili di vita, che istigano la mente di chi tenta di leggere, a reazioni di violenza, di odio e di distacco.

Non importa poi se l’articolo dice tutt’altro e smentisce il suo titolo, l’effetto è ormai avvenuto: “analfabetizzare funzionalmente” il lettore per dirigerlo verso una direzione distorta della realtà, che spesso poi viene trasmessa sulla vita dello stesso, provocando azioni negative verso qualunque persona che possa essere simile allo stereotipo del musulmano, e che non ha nulla a che fare nella realtà.

Voluto? Certo, ormai quei pochi che non sono “funzionali” a quest’analfabetizazzione, e la maggior parte di noi musulmani, abbiamo compreso il life motive di questi giornaletti di borgata d’Europa. Purtroppo questi non funzionali sono sempre più pochi, e la nostra voce, spesso è bloccata sul nascere, proprio per istigazione creata ad arte. Ciò significa che non vi è più quello strato culturale della società che possa contrastare e avere una critica e un giudizio su ciò che accade. Non avendo questo, inizia a decadere anche quella libertà, cui siamo giunti, dopo anni di lotte e sacrifici, che ci hanno portato al livello di qualche decennio fa, come società libera e pensante.

I giornali una volta, quando erano giornali e non carta da usare per pulire i vetri o incartare scarpe da mettere in soffitta nel cambio di stagione, raccontavano la notizia in modo naturale, chi con influenze conservatrici, chi liberali, chi di sinistra, chi di destra, chi religiose, chi atee; ma notizie vere che rispettavano dalla prima all’ultima parola il senso completo di ciò che si scriveva, e sempre in una forma corretta e rispettosa dell’acerrimo nemico.

Forse perché oggi si scrive con un affare elettronico e spersonalizzato , non vi sono più le cosi dette “penne pensanti” che erano artefici del bel giornalismo degli anni passasti?

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